Sulla sommità di una piramide liscia,
un piccolo omino si trovò in cima al mondo.
Guardò intorno a se, sbirciò il cielo
e decise di essere arrivato la dove nessuno poteva.
Accarezzò con lo sguardo le pareti, che scendevano dritte dritte
nella terra, e si levavano in un trionfo di protensione
Il piccolo omino per un attimo rimase perplesso ... poi ...
poi riconobbe i punti di incontro, sentì la musica e ricordò.
Tutto era chiaro, limpido e inconfondibile.
Al di sotto il mistero, al di sopra la possibilità di capire.
La scelta era ovvia. E a lui sembrò anche troppo facile.
Prese il suo orgoglio, lo legò ben bene al suo coraggio,
ci mise un pizzico della sua audacia e serrò il tutto insieme.
Arricchì il tutto di paure e volontà, di vita e dolori,
tant'è che quando decise di prendere un lato della piramide,
scelse quello più caldo, quello con il sole che esplode dentro.
Sembrava una cometa fatta di mille e più implosioni ed esplosioni.
Il piccolo omino atterrò su se stesso.
Con rammarico guardò quella cima puntata nell'immenso ...
poi guardò se stesso e si rese conto di essere vivo
e che quella splendida luce non lo aveva abbandonato.
Si alzo, sprimacciò i suoi abiti,
e mentre uno sbuffo di sabbia gli lambiva il viso,
riuscì a vedere tutti quelli che avevano bisogno di lui ...
del suo semplice esistere.
Più in là un tenue spicchio di luna guizzava allegro
al di sopra e dentro una duna sinuosa, bianca
e impalpabile come la cipria profumata.
Ancora oltre riusciva a vedere i barluccicanti echi di luce
di una storia sempre detta e mai scoperta.
Il cuore si strinse dentro il suo piccolo essere ed esplose.
Fasci di luce e miriadi di colori trovarono forma e dimensione
e da un mondo lontano scese scivolando dal lato del sole e della notte
un “qualcosa” più simile ad un'eterea farfalla che ad un essere umano,
lo avvolse tra le sue piccole ali di seta e lo trasportò più in su della
vetta della grande piramide, poi lo lasciò andare.
E fu magia. Il piccolo omino si librò in un volo ondeggiante,
frusciante, silenzioso e urlante, non aveva più bisogno di ali,
non aveva più, semplicemente, bisogno.
La grande piramide si aprì ingoiando solo il suo corpo e lasciando che
lo spirito, l'essenza si diffondessero nell’aria.
Si rese conto che il segreto di ogni ignoto è racchiuso nella capacità
di non arrendersi, di non dimenticare. Aveva capito che ognuno di
noi ha bisogno della "memoria dei tempi" per non morire.
un piccolo omino si trovò in cima al mondo.
Guardò intorno a se, sbirciò il cielo
e decise di essere arrivato la dove nessuno poteva.
Accarezzò con lo sguardo le pareti, che scendevano dritte dritte
nella terra, e si levavano in un trionfo di protensione
Il piccolo omino per un attimo rimase perplesso ... poi ...
poi riconobbe i punti di incontro, sentì la musica e ricordò.
Tutto era chiaro, limpido e inconfondibile.
Al di sotto il mistero, al di sopra la possibilità di capire.
La scelta era ovvia. E a lui sembrò anche troppo facile.
Prese il suo orgoglio, lo legò ben bene al suo coraggio,
ci mise un pizzico della sua audacia e serrò il tutto insieme.
Arricchì il tutto di paure e volontà, di vita e dolori,
tant'è che quando decise di prendere un lato della piramide,
scelse quello più caldo, quello con il sole che esplode dentro.
Sembrava una cometa fatta di mille e più implosioni ed esplosioni.
Il piccolo omino atterrò su se stesso.
Con rammarico guardò quella cima puntata nell'immenso ...
poi guardò se stesso e si rese conto di essere vivo
e che quella splendida luce non lo aveva abbandonato.
Si alzo, sprimacciò i suoi abiti,
e mentre uno sbuffo di sabbia gli lambiva il viso,
riuscì a vedere tutti quelli che avevano bisogno di lui ...
del suo semplice esistere.
Più in là un tenue spicchio di luna guizzava allegro
al di sopra e dentro una duna sinuosa, bianca
e impalpabile come la cipria profumata.
Ancora oltre riusciva a vedere i barluccicanti echi di luce
di una storia sempre detta e mai scoperta.
Il cuore si strinse dentro il suo piccolo essere ed esplose.
Fasci di luce e miriadi di colori trovarono forma e dimensione
e da un mondo lontano scese scivolando dal lato del sole e della notte
un “qualcosa” più simile ad un'eterea farfalla che ad un essere umano,
lo avvolse tra le sue piccole ali di seta e lo trasportò più in su della
vetta della grande piramide, poi lo lasciò andare.
E fu magia. Il piccolo omino si librò in un volo ondeggiante,
frusciante, silenzioso e urlante, non aveva più bisogno di ali,
non aveva più, semplicemente, bisogno.
La grande piramide si aprì ingoiando solo il suo corpo e lasciando che
lo spirito, l'essenza si diffondessero nell’aria.
Si rese conto che il segreto di ogni ignoto è racchiuso nella capacità
di non arrendersi, di non dimenticare. Aveva capito che ognuno di
noi ha bisogno della "memoria dei tempi" per non morire.
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