lunedì 13 aprile 2009

La Fiaba della Piramide

Sulla sommità di una piramide liscia,
un piccolo omino si trovò in cima al mondo.
Guardò intorno a se, sbirciò il cielo
e decise di essere arrivato la dove nessuno poteva.
Accarezzò con lo sguardo le pareti, che scendevano dritte dritte
nella terra, e si levavano in un trionfo di protensione
Il piccolo omino per un attimo rimase perplesso ... poi ...
poi riconobbe i punti di incontro, sentì la musica e ricordò.
Tutto era chiaro, limpido e inconfondibile.
Al di sotto il mistero, al di sopra la possibilità di capire.
La scelta era ovvia. E a lui sembrò anche troppo facile.
Prese il suo orgoglio, lo legò ben bene al suo coraggio,
ci mise un pizzico della sua audacia e serrò il tutto insieme.
Arricchì il tutto di paure e volontà, di vita e dolori,
tant'è che quando decise di prendere un lato della piramide,
scelse quello più caldo, quello con il sole che esplode dentro.
Sembrava una cometa fatta di mille e più implosioni ed esplosioni.
Il piccolo omino atterrò su se stesso.
Con rammarico guardò quella cima puntata nell'immenso ...
poi guardò se stesso e si rese conto di essere vivo
e che quella splendida luce non lo aveva abbandonato.
Si alzo, sprimacciò i suoi abiti,
e mentre uno sbuffo di sabbia gli lambiva il viso,
riuscì a vedere tutti quelli che avevano bisogno di lui ...
del suo semplice esistere.
Più in là un tenue spicchio di luna guizzava allegro
al di sopra e dentro una duna sinuosa, bianca
e impalpabile come la cipria profumata.
Ancora oltre riusciva a vedere i barluccicanti echi di luce
di una storia sempre detta e mai scoperta.
Il cuore si strinse dentro il suo piccolo essere ed esplose.
Fasci di luce e miriadi di colori trovarono forma e dimensione
e da un mondo lontano scese scivolando dal lato del sole e della notte
un “qualcosa” più simile ad un'eterea farfalla che ad un essere umano,
lo avvolse tra le sue piccole ali di seta e lo trasportò più in su della
vetta della grande piramide, poi lo lasciò andare.
E fu magia. Il piccolo omino si librò in un volo ondeggiante,
frusciante, silenzioso e urlante, non aveva più bisogno di ali,
non aveva più, semplicemente, bisogno.
La grande piramide si aprì ingoiando solo il suo corpo e lasciando che
lo spirito, l'essenza si diffondessero nell’aria.
Si rese conto che il segreto di ogni ignoto è racchiuso nella capacità
di non arrendersi, di non dimenticare. Aveva capito che ognuno di
noi ha bisogno della "memoria dei tempi" per non morire.

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